Shapes of Creation

“La peculiarità di quest’opera, nella creazione artistica di Giada Zammitti, sta nel partire da un’ispirazione personale, però avendo come oggetto l’impersonalità archetipica del tema; ossia i “Solidi Platonici”; ed è per tale ragione che “Shapes of creation” è stata inserita nella sezione “Geometria sacra”.
Pertanto, vale la pena sottolineare che, per quanto l’impronta sia soggettiva, l’oggetto pertiene l’ambito oggettivo del Sacro.

L’intento platonico, esposto nel dialogo “Timeo”, fu di trasporre in una forma grafica finita, le indefinite possibilità dello spazio e dei corpi che ne rendono possibile l’esistenza; giacché non sarebbero possibili corpi senza spazio, né spazio senza corpi; ma fu anche quello di elaborare una sintesi del Cosmo, ove il Cubo sta alla Terra, il Tetraedro al Fuoco, l’Ottaedro all’Aria, l’Icosaedro all’Acqua; mentre il Dodecaedro sta all’Universo totale.

Già la denominazione, “Solidi platonici”, ci conduce all’idea Platonica di Archetipo; ossia modelli non temporali e trascendenti degli enti sensibili; e da qui deriva l’intento di Zammitti di un’opera che creasse, attraverso l’utilizzo dei “Solidi”, come una linea di interfaccia tra il mondo informale e senza durata, e quello nostro, denotato da forma e spazio/tempo.
Osservando l’opera, notiamo come tutto origina da uno spiroide centrale rotante, che, a sua volta, principia da un puntino bianco, portale tra il reato e l’increato.
Lo spiroide emerge in un cerchio verde e sfuma nel magenta, da questo, si allargano, in tutti i colori dello spettro le altre corone.
Un pentacolo, i cui vertici sono definiti da cinque figure solide, tocca le corone, posandosi su di esse. Ogni solido, racchiuso in un cerchio, contiene le forme archetipe di ogni possibilità dello spazio: triangoli, quadrati, che formano cubi, piramidi, pentagoni, ecc… Il modello si conclude con una doppia ghirlanda di fiori di loto, che richiama un’esplosione di fiamme proiettantesi verso l’universo esterno.

Questa di Zammitti è un esercizio arditamente intellettuale, esteticamente compiuto, e di grande potenza; è la creazione in sé, il salto dall’infinito al finito, ma anche un ponte fra i due.
L’artista crea per sé, innanzi tutto; ma “Solidi platonici” sarà anche ambitissima da coloro che oltre la dimensione estetica, vivono anche quella intellettiva.”

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